LUCA FRESCHI
Se chiudo gli occhi il buio non mi vede. Atto I a cura di Niccolò Bonechi
in collaborazione con Raccolta Lercaro Bologna
opening sabato 30 novembre ore 18
L’ARIETE artecontemporanea Via Marsili 7 Bologna
30 11 2024 08 01 2025|Info 348 9870574|www.galleriaariete.it
da lunedì a sabato 17 – 19.30 o su app|chiuso festivi 31 12 e 06 01
sabato 21 dicembre ore 18 incontro con l’artista e brindisi augurale in galleria | vi aspettiamo
Prima personale in galleria di Luca Freschi artista che conduce una ricerca sull’alterità della figura umana e sulla memoria personale e collettiva attraverso l’uso della tecnica del calco, dell’assemblaggio e della creazione in ceramica. Le opere in mostra – Breviari, Cariatidi, Ampolle – sono una riflessione dell’artista sul tema della ‘vanitas’. La mostra – a cura di Niccolò Bonechi – è parte del progetto ‘Se chiudo gli occhi il buio non mi vede’ doppia monografica che si articola tra le sale della Galleria L’Ariete artecontemporaea e gli spazi della Raccolta Lercaro, in continuità concettuale e temporale. L’Atto I del progetto espositivo è presentato dal 30 novembre nella sede della Galleria L’Ariete artecontemporanea, l’Atto II sarà parte della programmazione a cura di Giovanni Gardini, Direttore della Raccolta Lercaro, della Project Room dell’Istituzione da gennaio 2025.
Dal testo di Niccolò Bonechi
… Un progetto in due atti di ampio respiro, che mette in evidenza l’eterogeneità della sua ricerca, che si distingue per un dialogo profondo tra passato e presente, tradizione e modernità, in una continua esplorazione della tensione tra perfezione e frammentazione.
Se chiudo gli occhi il buio non mi vede – Atto I
… Un tema molto presente nella ricerca di Luca Freschi, ma anche in quella sempre puntuale nella selezione degli artisti da parte della Galleria L’Ariete artecontemporanea, è quello della vanitas. Strettamente legato alla tradizione iconografica del memento mori, è uno dei soggetti più complessi e affascinanti della storia dell’arte e offre una profonda riflessione sul rapporto dell’uomo con l’al di là, il tempo e la caducità della vita. La vanitas non è solo un promemoria della mortalità, ma è anche un invito a riflettere sulla natura effimera di tutto ciò che consideriamo prezioso: il potere, la bellezza, la giovinezza, i beni materiali. In questo contesto, si può dire che Luca Freschi esplora una vanitas aggiornata, che non si concentra solo sulla morte fisica, ma anche sulla fine simbolica e culturale in un mondo governato dall’immagine e dalla fugacità; e lo fa anche in maniera ironica, attraverso elementi e colori che prende in prestito da reminiscenze pop.
In linea con queste tematiche, le sue opere sono sospese tra il fascino e l’inquietudine, tra l’attrazione per la bellezza e il richiamo alla sua provvisorietà. Freschi riesce così a trasportare il concetto di vanitas nel contesto contemporaneo, suggerendo che, anche nella nostra epoca di immortalizzazione digitale e di culto della giovinezza, rimaniamo intrappolati nel ciclo naturale della vita e della morte, e che la bellezza vera è inseparabile dalla consapevolezza della fine. Ecco che soprattutto nelle Cariatidi e nelle opere sotto ampolla come San Giovannino, Santa Eulalia o ancor più evidente in Banana Vanitas, ricorrono quegli elementi tipici di questa tradizione: il teschio e la civetta che fanno bella mostra di sé nelle due Cariatidi esposte sono in questo senso emblematiche, così come i fiori recisi o i cocci distrutti nelle opere precedentemente citate.
Luca Freschi (1982) – laureato in Pittura all’Accademia di Belle Arti di Bologna – ha tenuto numerose mostre personali in sedi private e istituzionali come il Museo Europeo d’Arte Moderna di Barcellona, il Museo Ebraico di Bologna, il Museo Nazionale di Ravenna, il Museo Diocesano di Faenza. Nel 2015 viene selezionato come finalista alla 59° edizione del Premio internazionale della Ceramica di Faenza e nel 2017 viene invitato in Corea alla Gyeonggi International Biennale Ceramica, è menzione d’onore alla 39° edizione della Mostra Concorso Internazionale della Ceramica d’Arte Città di Gualdo Tadino (PG). Sue opere sono state vincitrici di premi nazionali e acquisite in collezioni pubbliche italiane e spagnole.