FEDERICA ZANLUCCHI | cosa sono le pietre

FEDERICA ZANLUCCHI

cosa sono le pietre

opening  sabato 29 ottobre 2022  ore 17.30

L’ARIETE artecontemporanea via Marsili 7 Bologna

dal 29 ottobre al 30 novembre 2022 | chiuso 31/10 e 1/11

da lunedì a sabato 17 – 19.30 o su app | Info 348 9870574

www.galleriaariete.it | instagram | facebook

Più ci si allontana dal cuore del pianeta, più l’acqua assomiglia all’aria, invisibile, gassosa. Più ci si avvicina, più essa si esprime attraverso la propria massa, il proprio volume liquido o solido.
Gilles Clement, Nuvole

Tutto il mio folle amore lo soffia il cielo, lo soffia il cielo… così.
Pier Paolo Pasolini e Domenico Modugno, Cosa sono le nuvole

Allora non sapevo che esistessero certe pietre dove gli accidenti iterativi sembrerebbero mimare, se non le pagine stampate, almeno un’impostazione tipografica irregolare, primitiva.
Roger Caillois, Malversazioni

Dentro il respiro circolare che riporta l’acqua alle pietre e agli oceani il vapore diffuso nell’atmosfera resterà invisibile: le nuvole riveleranno la sola immagine distinta che rappresenti l’acqua mentre si separa dal suo giaciglio roccioso. A valle, il mondo organico e minerale, specchio del vortice impalpabile che ne sovrasta le guglie e le ambasce, riflette ancora nella pietra quella “straziante meravigliosa bellezza del creato” che Jago, abbandonato in una discarica nel film di Pasolini, poteva scoprire osservando il commovente andirivieni delle nuvole. Nell’opera recentissima di Federica Zanlucchi trovano spazio mille mondi sotterranei o abbarbicati o sommersi, dimora a miceli e a licheni e a balani, apparecchiati su scenari che inquadrano prospettive sterminate: si manifestano le intelligenze vegetali, le strategie di ogni fungo, le migrazioni di stormi, di banchi, di sciami. Il paesaggio appare frantumato in scaglie, ciottoli e carapaci assemblati dal tempo, convenuti da diversi ecosistemi, laddove ogni pietra è gremita di memorie, come un diario remotissimo e incompiuto. I sedimenti calcarei, impronta minerale di organismi vitali, come le nubi si ridisegnano attraverso ogni sguardo, che ne rigenera il senso animandoli con nuove emozioni, ricordi, esperienze. L’ambiente che respiriamo si rappresenta elaborando le sue tracce nella memoria, attraversando i tempi e i luoghi, senza gerarchie stabili o scale di grandezza: gli strati porosi della pietra o la trasparenza vitrea delle rocce bagnate da una livida luce pluviale, le valve striate delle conchiglie, l’habitat sottomarino e alfine il fertile, popoloso, terreno dei sottoboschi. Completano la mostra alcuni lavori su carta dalla serie dei Breviari, sviluppata nel 2020. Come una cassetta entomologica o un erbario, questi brevi segmenti raccolti dal ricordo di molte camminate diventano indizi di paesaggi più ampi. Squame lucenti o rami d’araucaria, la muta di un serpe o la casetta dei molluschi, ruvidi coralli e ossa scolorite si susseguono lungo le trame di una campionatura perpetuamente in itinere.

Federica Zanlucchi (Trento 1994) si è diplomata in Pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Venezia nell’atelier di Carlo Di Raco e Martino Scavezzon. Nel 2019-2020 è stata selezionata per gli Studi d’artista della Fondazione Bevilacqua La Masa, residenza artistica presso SS.Cosma e Damiano, Giudecca, Venezia. Vive e lavora a Venezia. 

2022 Extra Ordinario Workshop a cura di Daniele Capra, Nico Covre, Carlo Di Raco, Martino Scavezzon e Atelier F in collaborazione con Vulcano Agency, Spazio Antares Marghera, Venezia

Venice Time Case, mostra collettiva del progetto a cura di Luca Massimo Barbero, NP-ArtLab, Padova | Galerie Italienne, Parigi

Gnessulógo. Poesia, paesaggio, territorio, collettiva a cura di Dario Pinton e Luca Cecchetto, Museo del Paesaggio, Torre di Mosto, Venezia

2021 Preferirei di no. Lo spazio utopico della rappresentazione, mostra finale degli Studi d’artista della Fondazione Bevilacqua La Masa a cura di Stefano Cecchetto, Galleria di Piazza San Marco, Venezia