OPENTOUR 2022
O P E N T O U R 2 0 2 2
Art Up Premio della Critica e dei Collezionisti
in collaborazione con
Accademia Belle Arti Bologna | Fondazione Zucchelli
L’ARIETE artecontemporanea Via Marsili 7 Bologna
Sì, mi ricordo | Francesco Bendini Edoardo Sessa
a cura di Eleonora Frattarolo
inaugurazione giovedì 23 giugno ore 17 – 23
23 – 30 giugno 2022 | da lunedì a sabato ore 17 – 19.30
Info 348 9870574 | www.galleriaariete.it | @ariete_artecontemporanea
Non solo nella storia dell’arte, ma anche nelle scienze neurologiche si sostiene che la percezione non ha mai luogo nel presente, ma attinge dall’esperienza del passato, tanto che il biologo Gerald M. Edelman scrive di “presente ricordato” e teorizza che ogni atto di memoria è un atto d’immaginazione. Così come il neuroscienziato Antonino Cattaneo sostiene che “ogni memoria è una nuova memoria” e che “la memoria non è una fedele registrazione fisica degli stimoli esterni ricevuti durante un apprendimento, ma ha una natura intrinsecamente costruttiva”. In questa mostra presso L’Ariete artecontemporanea, le installazioni di Francesco Bendini e Edoardo Sessa sono una mappa sensoriale che mira al recupero del ricordo, una traccia mnestica potente e insieme malinconica, evanescente e insieme corposa, e in più, straordinariamente attuale nel prospettare come la memoria e il ricordo di cose e persone possano essere cancellati per sempre dall’abbattersi di eventi impensabili e sconvolgenti. Eleonora Frattarolo
Le sculture sono il prolungamento materico, nel tempo e nello spazio, del video GORGOS: un video realizzato dall’artista nel 2018. Gli elementi che compongono l’opera sono la formatura in cemento di un unico paio di stivali, riprodotto 7 volte come il numero dei gorghi in cui l’artista si è immerso. Il paio originale, utilizzato nell’inverno del 2019, è stato indossato per ripercorrere i luoghi in cui è stato girato il video, prestando attenzione a fascinazione e cambiamenti che la natura aveva imposto a quei luoghi. Francesco Bendini
Quel che rimane nel cassetto, qui allestita per la prima volta, è tra le opere del filmostra CHILD ABUSE (2021), curato e ideato da Eleonora Frattarolo con la regia di Davide Mastrangelo. Il mio lavoro è incentrato sull’analisi della soggettività costruita attraverso le cose e sulla conoscenza esperienziale di esse, analisi che approfondisce la memoria dell’individuo e più precisamente ciò che del bambino permane nell’inconscio. La tenda, per via della sua struttura, così fragile e temporanea, creata con materiali reperibili all’interno delle mura domestiche, è una costruzione simbolica del riparo nel mondo dell’infanzia. L’essenza della tenda è legata strettamente alla necessità di delimitare uno spazio personale, intimo, esclusivo, nel quale liberare le proprie paure e i propri sogni. All’interno di essa i cassetti retroilluminati presentano ricordi di un passato che si manifesta ad intermittenza: sovrapposizioni e sfumature che rievocano attimi di infanzia trascorsa nelle stanze della casa di famiglia, memorie che affiorano attraverso fotografie e oggetti visti in controluce. Le fotografie sono di album di famiglia, che ritraggono momenti sospesi, tra sorrisi e pianti, sguardi intensi e attimi fugaci. Gli oggetti sono di vario tipo, una tazza, uno spazzolino, un dente, una forchetta, una chiave di una vecchia porta: veri e propri portali attraverso i quali riemergono esperienze vissute in tempi precedenti, snodi di una rete di eventi intimi e silenziosi che connotano la nostra soggettività e che hanno portato l’oggetto a divenire “cosa” caricandola di significati. Edoardo Sessa